Il medico non può essere lasciato in balia di una giustizia che fa a pezzi linee guida, evidenze scientifiche e fattori di rischio. E' un vero e proprio grido d'allarme quello contenuto nella lettera che nei giorni scorsi il segretario nazionale di Anaao-Assomed, Costantino Troise (foto), ha scritto ai presidenti di Fnomceo e Fism (Federazione italiana delle società medico-scienticiche). Obiettivo, avviare una riflessione "a tre" sulle ricadute della nota sentenza della Cassazione di qualche settimana fa, nella quali si sanciva la preminenza del diritto alla salute del paziente sul rispetto delle linee guida. Questo giudizio, scrive Troise, «mette in discussione il valore delle linee guida assieme al ruolo delle Società medico-scientifiche e all'evoluzione dei processi tesi a fornire ai medici le migliori evidenze possibili per supportare i loro comportamenti decisionali». Il risultato è quello di lasciare il medico «più solo, stretto tra logica clinica, efficienza gestionale, codice deontologico, invadenza medico-legale», nell'incertezza «sulla posizione in cui collocarsi rispetto alle conseguenze legali di ogni suo atto». «Di quella sentenza» aggiunge a Doctornews Troise «continuiamo a condividere il principio secondo il quale il diritto alla salute dei cittadini viene prima dei bilanci. Ci preoccupano invece frasi apodittiche e giudizi che fanno a pezzi i riferimenti scientifici della professione e negano l'idea che anche nell'ospedale più tecnologico si possa morire senza errore o colpa di qualcuno». Di qui la lettera a Fnomceo e Fism, nella quale viene rivolto alle due sigle l'invito a una presa di posizione comune sul tema. «Il medico rischia di rimanere schiacciato tra codice disciplinare e codice deontologico» conclude Troise «serve un intervento, anche legislativo se occorre, per ridare serenità a chi lavora nel Ssn».
Fonte: DoctorNews33